ITINERARIO: S.Agostino – Broletto – Duomo
All’imbocco della via Torno si erge la chiesa di S. Agostino. Eretta dagli Eremitani del Convento di San Tommaso nel XIV sec., ampliata successivamente nei secoli XVII e XVIII, e radicalmente ripristinata nel novecento, è l’unico esempio di architettura ogivale cistercense a Como.
L’interno, diviso da tre navate ad archi ogivali poggianti su pilastri, è dominato da un arco trionfale che precede il presbiterio.
E’ inoltre ricca di cappelle e di affreschi trecenteschi e quattrocenteschi, e di diverse tele del Morazzone (XVII sec.). Nell’attiguo chiostro, parte dell’ex convento degli Eremitani di Sant’Agostino, ripristinato di recente dopo un lungo restauro, si conserva un affresco del XV secolo.
Procedendo verso il centro della città, ci rechiamo in piazza Duomo, su cui si affacciano due prestigiosi monumenti, il Broletto, fiancheggiato dalla torre civica in pietre a bugnato, e il Duomo.
Il Broletto, antico Palazzo della Ragione, fu costruito nel 1215 come sede del Palazzo Comunale, nel ‘700 venne adattato a teatro, mentre oggi è adibito a mostre ed esposizioni.
Nel ‘400 il palazzo venne incendiato durante le guerre fra famiglie nobili comasche per la supremazia e ripristinato con l’aggiunta del balcone verso la piazza. Presenta una facciata asimmetrica in quanto durante i lavori di ampliamento del Duomo dovette cedergli parte della fiancata destra con l’ingresso principale a scalea.
La costruzione del Duomo, progettato dall’intelvese Lorenzo degli Spazzi, iniziò nel 1396, con l’intento di ingrandire la chiesa romanica di S. Maria Maggiore che sorgeva in quell’area.
I lavori durarono però oltre tre secoli, finendo solo nel 1770, e determinando quindi un susseguirsi di artisti e di stili diversi secondo la moda del tempo. Si ha così una facciata dalle forme romaniche, ma con belle decorazioni gotiche e un rosone che pare un merletto di pietra, muri perimetrali e absidi rinascimentali, cupola e decorazioni barocche.
L’edificio è a croce latina, con l’interno imponente ripartito in tre navate scandite da dieci pilastri cruciformi su cui poggiano archi ogivali. All’interno si possono ammirare gli arazzi del XVI-XVII sec., il monumentale altare ligneo dedicato a S. Abbondio del XVI sec., quello barocco dell’Assunta, gli organi seicenteschi, l’antico altare di marmo bianco che proviene da S. Maria Maggiore, e i due leoni del sec. XII, che reggono le acquasantiere, provenienti anch’essi dalla chiesa precedente.
Di particolare importanza sono anche i portali laterali scolpiti dai Maestri Comacini e i diversi dipinti di Gaudenzio Ferrari, Bernardino Luini e Morazzone. Ai due lati del portale principale, Tommaso Rodari riserva una posizione privilegiata ai due grandi comaschi pagani con le statue di Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, eccezionale segno di venerazione per personaggi pagani in un tempo cristiano ed anche indizio di una continuità storica, dalla civiltà romana alle epoche successive.
La cupola che si innalza per 75 metri è opera di Filippo Juvara, e nonostante la rivisitazione nel 1770, mantiene ancora i larghi effetti prospettici voluti dall’autore (al Museo Civico Archeologico Paolo Giovio sono esposti i disegni del progetto e il modellino ligneo).
L’impegnativa fabbrica del Duomo nel Quattrocento assorbì tutte le forze cittadine, riducendo notevolmente l’impegno per altre costruzioni. È tuttavia da ricordare, a metà strada fra Como e Brunate, arroccato sul monte omonimo, l’Eremo di San Donato, fondato dai benedettini, con altare ligneo cinquecentesco.
Quattrocentesco è anche il corpo iniziale del vecchio Ospedale Maggiore, in via Cadorna, costruito presso gli edifici dell’Ospedale dei Poveri di S. Anna con l’intento di riunire in un’unica struttura i diversi ospedali minori presenti in città.
Inizialmente presentava una pianta a “T” che, in seguito agli ampliamenti del Seicento, del Settecento e dell’Ottocento a causa della crescente richiesta di assistenza ospedaliera, assunse la forma di una croce. Dal 1982 l’edificio, accuratamente restaurato, ospita il Conservatorio musicale di Como.
Sono invece numerosi e rilevanti i monumenti cinquecenteschi. Fu alla fine di quel secolo che venne totalmente rimaneggiata e ridotta la chiesa di S. Giacomo (XI sec.), accanto al Duomo; vennero rimaneggiate, nel cuore della città murata, anche le chiese di San Donnino e del Gesù, in via Tatti (ma l’interno risale ai sec. XVII e XVIII), di antica origine con due navate poi ridotte a una, e di S. Eusebio, rifatta sulle rovine di un antichissimo tempio (X sec.).
Nel cinquecento venne anche edificato il Santuario del SS. Crocifisso, in viale Varese, chiamato così a causa del leggendario crocifisso ligneo trecentesco, portato in processione il venerdì santo di ogni anno. La facciata è neoclassica, ad opera del Fontana, e l’interno è composto da un’unica navata, ricco di affreschi del Morazzone e del Carloni.
Di particolare rilievo gli edifici civili, dal Collegio Gallio (1583) a Palazzo Natta, attribuito a Pellegrino Tibaldi (tardo ‘500), con il chiostrino di S. Eufemia nel retrostante giardino (accesso da via Indipendenza), al Palazzo Rusca, in via Rusconi, di origine trecentesca (recentemente restaurato, presenta un cortile porticato e uno scalone d’onore la cui balaustra è scolpita con motivi guerreschi), al Palazzo Odescalchi-Pedraglio in via Rodari (1587) ed, inoltre, il Palazzo Torriani (ora sede della Prefettura) e quello detto del Duca, in piazza Mazzini.