Storia: dalla dominazione spagnola a quella austriaca
Dopo la brevissima e, tutto sommato, ingiudicabile dominazione francese, Como per circa due secoli (1535-1713)sopportò la dominazione spagnola, contraddistinta da un’incessante e insostenibile pressione tributaria che portò la città al decadimento delle attività commerciali, artigianali e generalmente economiche.
Un danno grave per Como che contava, allora, circa 16.000 abitanti ed aveva una vita prospera, grazie ai laboratori per le lane, per le tintorie, per i pannilani, per i tessitori, per i merciai e, soprattutto, per le manifatture dei drappi di seta. I sovrani spagnoli per raccogliere fondi, erano soliti vendere rendite e diritti ai signori locali i quali, poi, recuperavano oltremisura le spese sostenute vessando la popolazione.
I bravi, di “manzoniana” memoria, sicari senza scrupoli e spesso dai conti aperti con la legge ufficiale, si prestavano all’incarico, calpestando i diritti dei deboli e commettendo soprusi d’ogni genere. Fu un periodo oscuro per Como: la miseria, le epidemie di peste, le violenze divennero il distintivo di un’epoca che può, alla lunga, essere considerata la più triste della città.
Come se ciò non bastasse, la Riforma di Martin Lutero trovò seguaci nel territorio grazie alla presenza dei Grigioni protestanti. Perciò a Como, sulla falsariga di San Carlo a Milano, i vescovi agirono in modo fermo e autoritario, seguendo, alla lettera, i dettami del Concilio di Trento.
dominazioneIn tale ottica vanno ricordati Giangiacomo Volpi e Francesco Ninguarda, Vescovi non di rappresentanza ma di esempio per l’instancabile dinamismo della loro presenza (esempio per gli stessi parroci).
Non bisogna poi dimenticare Tolomeo Gallio, segretario del Papa, Vescovo e Cardinale, colto umanista e statista autorevole, al cui nome è legato il collegio omonimo di Como, istituzione che, affidata alle premure dei padri Somaschi, ancor oggi eccelle nell’educazione e nella formazione della gioventù.
Non si creda però che la presenza di questi illustri comaschi (ai quali si aggiunge Benedetto Odescalchi, nato a Como nel 1611, da discendenza patrizia, come si desume dal palazzo di famiglia di via Volta del secolo XIII, eletto Papa col nome di Benedetto XI nel 1676, campione della Chiesa Romana contro l’autoritarismo del Re Sole, assertore del primato politico su quello religioso) abbia in qualche modo risollevato la cittadinanza dalla miseria e dalle vessazioni: troppo angusta era la visione e la gestione politica degli spagnoli per poter, in qualche modo, prevedere una qualsiasi collaborazione tra oppressori e oppressi.
La dominazione austriaca
Con Carlo II, che morì senza lasciare eredi, si aprì una lunga contesa per il possesso della Lombardia, che, alla fine, coi trattati di Utrecht (1713) e di Rastadt (1714), fu riconosciuta agli Austriaci.
La critica filorisorgimentale giudicò negativamente la dominazione austriaca, che, in verità, con il suo governo illuminato e con alto senso di giustizia e di ordine, risollevò in pochi decenni la regione dallo stato di torpore e di regresso.
I primi passi furono compiuti, a Como, da Carlo VI, al quale si deve la promozione dell’industria tessile e dell’artigianato del mobile, nonché una più equa esazione fiscale.
Durante il suo impero venne realizzata la cupola del Duomo, progettata da Domenico Fontana, ma costruita con la consulenza di Filippo Juvara, il celebre architetto al servizio dei Savoia, noto soprattuto per la basilica di Superga, sulla collina di Torino.
Semidistrutta da un incendio nel 1935, la cupola del Duomo venne subito restaurata con assoluto rispetto del primo progetto.
casa del fisico AlessandroA Carlo VI nel 1740 successe Maria Teresa che, volendo rendere unitari i criteri di tassazione, promosse il cosiddetto “catasto”, mappa dei terreni desunta con l’ausilio di strumenti scientifici di sicura affidabilità, che permisero l’iscrizione delle famiglie patrizie e degli enti religiosi. Le carte teresiane sono tuttora conservate all’Archivio di Stato cittadino, che ha sede in via Briantea.
Grazie dunque al riformismo austriaco, rinvigorito poi dal figlio di Maria Teresa, Giuseppe II, rifiorirono le scienze e le arti.
Le ricche famiglie facevano a gara a costruire, in riva, al lago ville sfarzose in stile, affidando i progetti agli architetti di grido: Villa Salazar, Villa Olmo di Simone Cantoni, Villa Saporiti di Luigi Pollack, restano gli esempi più ragguardevoli della incipiente arte neoclassica. Leopoldo II proseguÌ l’illuminata politica promotrice della vita economica cittadina, regolando l’attività delle manifatture e dei mercati ed alleggerendo inoltre i dazi.
Nacque a Corno Alessandro Volta, fisico di fama mondiale, inventore della pistola elettrica, dell’eudiometro, dell’elettroforo, del condensatore e soprattutto dell’elettrometro a colonna (pila).
I cimeli della sua attività sperimentale sono tuttora conservati nel cosidetto “Tempio Voltiano”, monumento in stile neoclassico, ma realizzato in riva al lago nel nostro secolo. –