Gravedona, uno dei centri più importanti dell’Alto Lago, si trova in una insenatura allo sbocco della Valle del Liro, di fronte alla penisola di Piona e al Monte Legnone.
Centro turistico ed industriale dall’illustre passato storico; con Dongo e Sorico formava il territorio delle Tre Pievi.
Ha mantenuto nei secoli la struttura urbanistica originale caratterizzata dall’area sacra, il lungolago, la zona del vecchio castello.
Distesa su uno scenografico golfo, gode di una delle più belle passeggiate lungolago di tutto il Lario.
Vanta una buona dotazione di impianti sportivi ed una comoda passeggiata pedonale-ciclabile che giunge fino a Dongo.
Il paese conserva ancora molte testimonianze storiche e artistiche del suo passato. Tracce d’epoca preromana sono state scoperte nella parte più alta del paese, dove si erge una rocca a picco sul lago, sede un tempo delle fortificazioni medievali e di un castello, da cui la località ha preso il nome.
Nella parte di abitato, che si estende sulle rive del lago, vi sono ancora case con facciate e portali antichi. Gravedona, nel periodo comunale, fu un centro di notevole importanza; partecipò alla guerra decennale tra Como e Milano (1118-1127) e, in seguito, alla pace di Costanza, con cui, nel 1183, si concluse il conflitto tra il Barbarossa e i Comuni lombardi.
Fu capoluogo del Territorio delle Tre Pievi, che comprendeva anche Sorico e Dongo, e riuscì a mantenere sempre una determinata autonomia, anche sotto la signoria dei Visconti e degli Sforza.
Nel XVl secolo, Filippo II di Spagna cedette il paese al Cardinale Tolomeo Gallio di Como.
L’economia del paese, in passato, era basata sulla pesca, l’agricoltura e, nella parte alta della valle, sull’allevamento del bestiame. Oggi Gravedona è un importante centro commerciale e di villeggiatura estiva.
A 6 km. dal paese, sulle colline si trova Peglio, piccolo paese in bella posizione panoramica sul lago, con una chiesetta del Seicento che conserva all’interno dipinti del Fiammenghino.
Da Peglio si può proseguire per Livo da dove parte una lunga passeggiata fino al Rifugio Como (1790 m.), posto sulle rive del Lago di Darengo.

DA VEDERE

Chiesa di S. Vincenzo
Edificata intorno al 1050, su un precedente sacello (V secolo), fu rifatta tra il XVII e il XVIII secolo. Dell’antica struttura conserva la cripta e due iscrizioni del VI secolo.

Chiesa di S. Maria del Tiglio
Edificio romanico, in marmi bianchi e neri, della prima metà del XII secolo. Al centro della facciata è incorporato il campanile, di poco posteriore, con bifore trifore sotto la cella campanaria, realizzata nel XVlII secolo.
Interamente coronato sottogronda da una cornice di archetti, presenta, sugli altri tre lati, absidi semicircolari, ornate da archetti a doppia ghiera e fori a dente di sega e scandite da semicolonne addossate a lesene.
All’interno, ad un’unica navata con loggette ed archi a tutto sesto, vi è un’ara romana immurata, un avanzo di pavimento musivo del V secolo, una vasca battesimale ad immersione risalente al precedente battistero di S. Giovanni Battista, un crocifisso ligneo romanico e affreschi dei secoli XIII-XVI.

Chiesa di SS. Gusmeo e Matteo: chiesa romanica del XIII secolo, al cui interno, sulla volta del presbiterio, si può ammirare un’ affresco del Fiammenghino risalente al 1608 la Gloria di Dio Padre e degli Angeli.

Chiesa di S. Maria delle Grazie: In posizione dominante, con affreschi del cinquecento e portali in marmo di Musso. Il Chiostro ha ancora il suo assetto originale, nonostante i successivi interventi.

Palazzo Gallio: monumento nazionale, costruito intorno al 1582 per ordine del Cardinale Tolomeo Gallio, su progetto di Pellegrino De’Pellegrini. Ubicato nel luogo dove soreva un vecchio castello medioevale, contiene al suo interno diverse opere d’arte.

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