Moltrasio
Il paese estende il suo territorio dalle rive del lago alle pendici del monte Bisbino. Famosa in tutta la zona è la sua pietra di color grigio, usata per costruzioni anche dai Maestri Comacini. Di antiche origini, lo testimoniano alcuni reperti di età preromana recuperati, nel 1910, dagli scavi durante i lavori per la costruzione della strada a lago e i resti di un pavimento di epoca romana, venuto alla luce durante i lavori di ampliamento del cimitero. Nel Seicento il paese fu colpito dalla peste che ne decimò la popolazione.

DA VEDERE

Villa Passalacqua

Detta anche Palazzo di Moltrasio, le mura delle cantine erano parte del monastero degli Umiliati. La prima parte della villa viene costruita dalla famiglia Odescalchi, poi ceduta al conte Andrea Passalacqua, che affidò i lavori di ampliamento all’architetto Felice Soave. Tra gli affreschi, c’è una Madonna con Bambino del 1790, attribuita ad Andrea Appiani. Qui, Vincenzo Bellini compose La Straniera e parte de La Sonnambula. Accanto alla villa, la chiesetta romanica di S. Agata fu adibita a lazzaretto durante la peste del Seicento. Essa ha un campanile con decorazioni ad archetti, bifore e trifore.

Parrocchiale di S. Martino

Situata nella frazione di Borgo, costruita sul precedente edificio romanico, fu parrocchiale dalla fine del Quattrocento. A una sola navata, ha subito ripetuti rimaneggiamenti. All’interno alcuni affreschi del Fiammenghino e un polittico del Cinquecento di Luigi Donati.

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