Ossuccio
Paese di origine preromana, lo conferma un’ara votiva in sarizzo del II secolo d.C. appartenente alla popolazione degli “Ausuciates” che diedero il nome al paese.
Nella zona era un rifiorire di chiese, come quella romanica di San Giacomo a Spurano o quella di Santa Maria Maddalena nella frazione di Ospedaletto.

Alle pendici del monte che sovrasta l’abitato si trova il Santuario della Beata Vergine del Soccorso. Più sopra c’è il Monastero di San Benedetto con un bellissimo chiostro.
Importante era anche la chiesa di Sant’Eufemia che, con altre cinque chiese, era presente sull’Isola Comacina.

DA VEDERE

Campanile di Ossuccio (Ospedaletto)
Degno di interesse è il notissimo campanile della chiesa di Santa Maria Maddalena in Ospedaletto. La “guglia” venne sovrapposta, sotto forma di una seconda fiorita cella campanaria in cotto, al campanile romanico in pietra. Il primitivo campanile terminava sopra l’attuale bifora.

Santuario della Vergine del Soccorso
Sopra Ossuccio, la chiesa (XVI secolo, con rimaneggiamenti sino al XVIII secolo) conserva una venerata statua della Vergine. Vi si accede da un viale con 14 cappelle del ‘700 che racchiudono statue in gesso raffiguranti i Misteri del Rosario.
L’8 Settembre in occasione della Natività della Madonna si celebra una festa religiosa presso il Santuario

Oratorio di San Giacomo
A Ossuccio, la piccola chiesa romanica monoabsidale (secoli XI-XII), restaurata dall’arch. Pietro Lingeri, conserva affreschi fra i più antichi della zona (fra il XII e il XV secolo).

Castel d’Isola
È la vecchia isola in mezzo al lago che si raggiunge con servizio barche e dove c’è una locanda famosa per il suo vecchio titolare, chiamato Cotoletta. L’isola, abitata fin dall’antichità, fu al centro di numerose guerele altomedioevali: fu ultimo rifugio di Berengario 11 e, nel 1169, si trovò al centro delle lotte tra comaschi e milanesi, che la distrussero. Secondo una leggenda i suoi abitanti, in parte, migrarono a Varenna. La maggior parte di loro passò alla nuova isola, dove venne riedificata la chiesa di Sant’Eufemia, con la stessa patrona di quella distrutta sulla vecchia isola.

 

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