ITINERARIO: Villa Olmo – Villa Saporiti – Villa Salazar – Villa Resta Pallavicino – S.Giorgio -Liceo Volta – Teatro Sociale

Nel Settecento, con il limpido rigore del neoclassicismo, l’attenzione viene riportata ancora una volta sulla più antica origine della città, dando tuttavia alla citazione culturale un’eleganza nuova, fondata sulla precisione, sull’ordine, sulla chiarezza.

L’itinerario inizia con la visita a Villa Olmo (1782-92), raggiungibile anche a piedi partendo da piazza Cavour e percorrendo il Lungo Lago.
Capolavoro dell’architetto Simone Cantoni, venne fatta costruire da Innocenzo Odescalchi nel luogo dove si ergeva un olmo centenario e, si dice, una delle sontuose ville di Plinio il Giovane.
Successivamente passò ai nobili Raimondi, quindi ai Visconti che la cedettero al Comune di Como nel 1924. È costituita da un corpo centrale rinsenato da colonne e prominente sulle ali, con portico inferiore, due ordini di finestre, grandi lesene e una trabeazione alla sommità con stemma visconteo e statue.
All’interno, il salone principale ha una balconata a balaustra in ferro battuto, statue e rilievi del Carabelli e affreschi di Domenico Pozzi.
Signorilmente istoriate sono pure le sale laterali a pianterreno: la sala degli specchi, la sala delle nozze, la sala quadrata, la sala di Diana, la saletta Garibaldi (così detta a ricordo del poco fortunato incontro del Generale con la marchesina Raimondi), la sala di Bacco, la sala della musica, con statue e affreschi dei Pozzi, la cappella Odescalchi, con cupola ellittica, e il delizioso teatrino ottocentesco, affrescato dal Fontana.
Al primo piano, al quale si accede attraverso lo scalone d’onore, altre sale fra cui spicca, per ricchezza di decorazioni, quella dei Visconti.

Ripercorrendo la passeggiata verso la città, sfilano come su di un’ideale passerella di teatro le grandi ville signorili, che completano le secentesche e allora isolate dimore del Gallio: la Villa Saporiti, attribuita al Pollack, con uno splendido salone ornato da stucchi di forma ellittica che hanno conferito all’edificio il nome di “La Rotonda”.
La Villa, ora sede dell’ Amministrazione Provinciale, ha una fronte concava a tre piani con semicolonne che reggono un timpano e retro absidato ornato di statue.

Lungo la strada incontriamo anche la Villa Salazar, progettata da Felice Soave, e la Villa Resta Pallavicino.

In città lo stile neoclassico riguarda l’opera di riordino e omogeneizzazione dell’immagine urbana, attraverso l’abbellimento di chiese preesistenti e la costruzione di nuove.

Di particolare rilievo l’operazione di cosmesi compiuta sulla basilica romanica di San Giorgio in Borgovico.

L’esterno dell’edificio mostra una facciata baroccheggiante del 1709 ad opera di Agostino Silva, mentre l’interno a tre navate è ricco di stucchi e affreschi secenteschi.

All’Ottocento risalgono alcune notevoli imprese architettoniche, condotte a termine da Simone Cantoni, tra le quali ricordiamo la sede del Liceo Volta in via Cesare Cantù (1809-17), che è ornata da un portico con otto colonne di antichissima origine.

Provengono infatti dal portico di una casa romana (secondo gli storici, di Calpumio Sabato), dalla quale furono poi prelevate e quindi impiegate nel nartece del semidistrutto Battistero di S. Giovanni in Atrio.

Infine approdarono al palazzo del Cantoni, dove stanno da un paio di secoli.

L’itinerario si conclude in piazza Verdi, dove si affacciano le absidi del Duomo.
Qui troviamo il Teatro Sociale, realizzato dall’architetto Cusi e inaugurato nel 1813.

L’edificio, a tre ordini di palchi più due loggioni, dotato di un pronao con alte colonne corinzie, sormontato da un timpano, comprende pure un Ridotto con sale, elegantemente arredate, e una retrostante Arena, in passato anch’essa attrezzata per spettacoli all’aperto.

Attualmente, oltre alla bella sala dove si svolgono le rappresentazioni operistiche e gli spettacoli di prosa, sono disponibili la Sala Bianca e quella dello Zodiaco per manifestazioni culturali e mondane.

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